Roberto Sciarrone
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Esperienza gradevole presso una delle sale della biblioteca, ideale per la presentazione di volumi e per incontri culturali la biblioteca si trova in pieno centro a Firenze in una struttura antica e suggestiva.
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La Biblioteca delle Oblate è una biblioteca di pubblica lettura, inaugurata il 25 maggio 2007, nel centro di Firenze a pochi passi da Piazza Duomo, ospitata nel suggestivo ex-convento trecentesco delle Oblate dal quale trae la sua denominazione.
La storia
Il complesso edilizio delle Oblate costituì il primo nucleo del più importante ospedale fiorentino, fondato fra il 1285 e il 1288 da Folco Portinari padre della celebre Beatrice dantesca.
Secondo la narrazione storica Portinari fu ispirato dai consigli della sua nutrice, Monna Tessa, tanto sensibile all’assistenza e alla cura dei malati da fondare una comunità di donne infermiere che presero il nome di Oblate (il termine “oblata” deriva dal latino, e significa letteralmente “colei che si è offerta”, ossia che ha offerto la propria vita all'opera di assistenza altrui) e svolsero attività infermieristica e di assistenza nel nuovo spedale fino dalla sua edificazione. Le Oblate erano dedite all'assistenza delle malate e ad una serie di attività necessarie a tutto l'ospedale, quale essenzialmente la cura della biancheria, dalla tessitura alla lavatura, e la preparazione del cibo.
Le Oblate però sorsero come congregazione laica senza obbligo di voti: le adepte cioè facevano una scelta di vita monacale con un regime di semi-clausura, ma senza prendere i voti, mantenendo dunque la possibilità di abbandonare la congregazione qualora lo avessero voluto. Fu soltanto nel secondo dopoguerra, in seguito a un riordino generale all'interno della Chiesa Cattolica delle numerose congreghe di questo tipo, che le Oblate divennero un ordine religioso vero e proprio, le cui suore erano e sono tuttora infermiere a tutti gli effetti, dislocate nei vari ospedali fiorentini e attive nelle missioni, soprattutto nell'area delle Filippine. Le Oblate rimasero qui, nella sede originaria, fino al 1936. Poiché dunque esse, per tutto il tempo che vissero qui, non erano un ordine religioso vero e proprio, ma una congregazione laica, la loro sede era propriamente detta “conservatorio” piuttosto che “convento”, e tale denominazione troviamo usata generalmente nei documenti antichi.
Il complesso, formatosi dall’accorpamento e della riutilizzazione di edifici già esistenti, comprendeva anche una chiesa intitolata a Santa Maria in Campo, entro cui fu costruita una struttura destinata al ricovero e alla cura delle donne, confinante con via delle Pappe, l’attuale via Folco Portinari.
La cura degli uomini era invece ospitata in un secondo nucleo edilizio, sul lato opposto di un area antistante al primo, identificabile con il piazzale delimitato dall’attuale Via Sant’Egidio. Questo secondo edificio fu intitolato a Santa Maria Nuova, per sottolinearne il legame col primo spedale, di cui aveva costituito il completamento.
I due diversi nuclei di cura erano uniti da un passaggio sotterraneo ad uso delle donne infermiere, inaugurato la notte di Natale del 1625. Il complesso edilizio delle Oblate si articola intorno a due spazi aperti principali: il cortile trecentesco ed il giardino della metà del Quattrocento.
Il nucleo trecentesco è contraddistinto dal chiostro, la cui caratteristica architettonica peculiare sono i tre ordini di loggiato in cui si sviluppa, dei quali quello del piano terra è certamente originario del 1329 e presenta pilastri in pietra forte dai capitelli scudati, raro esempio dell’architettura dell’epoca. Il porticato, che abbraccia su due lati il giardino su via dell’Oriuolo, è invece sorretto da colonne con capitello ionico in pietra serena di chiara impronta rinascimentale.
Lo spedale di Santa Maria Nuova conserva tutt’oggi la sua destinazione originaria, per mantenere la quale è stato oggetto di ristrutturazioni. Dal 1924 il reparto di cura del primo, antico nucleo ospedaliero, gestito dalle Oblate.